giovedì, agosto 03, 2006

CAMPIONI DEL MONDO DI TRAME E VERDETTI

Da pagina 7 de “l’Espresso” del 3 agosto 2006 pubblichiamo in versione integrale un articolo di Giorgio Bocca sul processo al calcio.

In questa analisi, onesta ed equilibrata, Giorgio Bocca prima pone dei dubbi sulla reale esistenza di un sistema Moggi, poi accusa i “giudicanti” di superficialità e di premeditazione, infine punta il dito contro i sedicenti giornalisti “sportivi”, rei di connivenza con il sistema e di un riprovevole opportunismo.

Proviamoci a elencare tutto ciò che non abbiamo capito nel processo al calcio che riempie da mesi la nostra informazione suscitando sdegni e scandali.
Chi segue come noi il campionato aveva certamente osservato la debolezza, gli errori, le contraddizioni della funzione arbitrale, ma restando all'impressione generale che essi non avessero sostanzialmente falsato i valori in campo.

C'era una squadra, la Juventus, che per la sua organizzazione aziendale, il numero dei suoi campioni, il consenso degli spettatori, la sua storia, era accreditata come la più forte e a nessuno sembrava ingiusta o truccata la sua conquista dello scudetto.
Aveva avuto sul campo dei favori arbitrali? Non più e non meno di altre squadre e negli ultimi mesi aveva perso quasi tutto il vantaggio accumulato nei precedenti, segno che non esisteva un meccanismo di frode stabile a suo favore.
La prova che questo primato sportivo esisteva ed era meritato veniva poi confermata dai campionati Mondiali di calcio, in cui la finale per il primo e il secondo posto è stata in pratica questione di una decina di giocatori juventini.

C'era un sistema Moggi, un sistema Juventus truffaldino e sportivamente ingiusto? Se sì, resta da capire come questo sistema abbia riportato il calcio italiano al primato mondiale e lo abbia riportato con una impresa non solo di valore sportivo, ma etico, con una squadra italiana che superava con la volontà, con l'attaccamento alla maglia, la superiorità atletica e tecnica di squadre come il Brasile, l'Argentina, la Francia, la Germania. Ma, si dice, il campionato Mondiale è un'altra cosa che non va confusa con la corruzione del nostro sistema. Affermazione assurda. Le vittorie e le sconfitte nel campionato del Mondo hanno sempre avuto il peso di un giudizio generale sul nostro calcio. Questa volta no, questa volta il fatto che siamo di nuovo i primi nel mondo, dopo sei finali e mezzo secolo di competizioni, appare quasi casuale.


Non siamo degli esperti di istruttorie sportive, ma questa che si è conclusa con severità inaudita ci pare fra le più sbrigative e criticabili che si conoscano: intercettazioni telefoniche scarse, 40 quelle di Moggi su migliaia, grandissima fretta di concludere, un'aria di pregiudizio, di condanna già scritta in partenza, soprattutto la voglia dei giudici di far passare per congiura di pochi malfattori un sistema di prepotenze e malversazioni, dei più grandi sui più piccoli, dei più forti sui più deboli, che ormai è la regola generale di questo come di altri sport, la regola che bisogna vincere a ogni costo perché solo la vittoria moltiplica i buoni affari e il potere.

Le trasmissioni televisive, i dibattiti fra esperti giornalisti e tecnici sul processo sono apparsi raggelanti. Si è capito lontano un miglio che questi galantuomini, quegli esperti innocenti e dolenti da mesi, da sempre sapevano tutto delle trame e degli imbrogli in corso e che tacevano per le stesse identiche ragioni dell'arbitro Paparesta.

Incautamente hanno partecipato a questi dibattiti i più noti, i più influenti giornalisti sportivi che per mesi, per anni, erano andati avanti ad allusioni, a strizzate d'occhi per far capire al pubblico che loro sapevano, che a loro non la si faceva.
Difendevano il loro lavoro? Tacevano per il bene del calcio? E allora, perché non lo difendono oggi che è assalito da un branco di iene, perché non si oppongono a richieste di condanna eccessive che minacciano di far cadere in pezzi l'intera organizzazione del calcio e dei suoi campionati senza opporsi alle vendette trasversali, alle gelosie, alle manovre dei club e dei loro alti burocrati?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Premesso che gran parte dei punti toccati nel commento trovano risposta negli articoli del nostro blog (le statistiche di accesso al blog ci dicono che lo hai “sfogliato” un po’ troppo velocemente) proviamo comunque altrettanto velocemente ad imbastire una risposta “strutturata” fornendo ogni tanto qualche rimando ai post per non dilungarci troppo. Ovvio che con questo non abbiamo l’ambizione di convincere un interista a pensarla come noi…

R1) Che questa vicenda sia frutto di trame e di manovre poco chiare non lo pensiamo solo noi ma lo pensano ormai molti illustri personaggi della cultura, della politica e financo della stampa e non tutti di fede bianconera. E’ un fatto che dopo il gran polverone iniziale sollevato dai media (toh..!), dall’istruttoria non sia emersa una prova di illecito che sia una (vedi post “Sandulli: il campionato 2005 era regolare”). Quindi di che cosa stiamo parlando? Del fatto che un arbitro è stato rinchiuso in uno spogliatoio dopo aver portato a termine un autentico capolavoro?

R2) Onestà la fuori nel mondo reale..., ma non scherziamo... di vincere senza l’aiutino? (vedi post “quello che Moggi pensa...” e “sulla correttezza dell’inter” o, se preferisci farti due risate, segui il link ai “documenti di Alvaro”)

R3) Arroganza e delirio di onnipotenza… mi sembra poco obbiettivo. Fino a prova contraria la potenza economica (e non solo) negli ultimi 15-20 anni è stata prerogativa delle milanesi. Moratti ha investito l’impossibile comprando tutto e il suo contrario per poi svendere i migliori alle dirette concorrenti... (vedi ancora post “quello che Moggi pensa...”) e non sembra certo Tronchetti il fulgido esempio di umiltà nel portare avanti i suoi interessi...

R4) Noi crediamo di averle sempre vinte con i giocatori sul campo le partite, specialmente quelle contro l’inter. Adesso ormai ognuno può dire quello che vuole, ma questo era il commento di Tosatti sul Corriere della Sera dopo l’ultimo Inter – Juve 1-2 (“La Juve respinge l’assalto dell’Inter andando a vincere a San Siro come vi vinse l’anno scorso la decisiva partita col Milan. Ha battuto gli avversari più pericolosi sia all’andata che al ritorno, grazie alla superiorità dei suoi attaccanti rispetto a quelli di cui dispone Mancini. Non a caso i due successi sono firmati da Trezeguet, Nedved, Ibrahimovic e Del Piero. Mentre l’unica rete nerazzurra è di un difensore, Samuel. Questa la differenza al di là di tutte le polemiche e di tutte le giustificazioni”).
Se poi hai ancora dei dubbi vai a rivederti la punizione di Del Piero e osserva bene il movimento del vostro portiere… altro che Luciano Moggi...).

R5) E qui casca l’asino… pare che non basti avere dei giocatori di "Categoria Superiore” sembra che sia necessario avere anche dei dirigenti e un allenatore di “Categoria Superiore”. Voi ne avevate uno ma lo avete costretto a tornare da noi... poi quell’allenatore è riuscito perfino a vincere un Mondiale facendo giocare l’unico italiano dell’inter che quel genio di “Categoria Superiore” che risponde al nome di Roberto Mancini teneva in panca…

R6) Volete giocare con la Juve ad armi pari?... come in supercoppa?... o come in quell’Inter-Juve 1-1 con arbitro Collina?...

Continua a seguirci.