sabato, febbraio 24, 2007

NON HO RIMPIANTI PER AVER SCELTO DI RIMANERE ALLA JUVE






Da "Romabianconera" (http://blog.libero.it/romabianconera/)

Pavel Nedved si racconta in un'intervista esclusiva al "Corriere dello Sport", dove ha parlato del suo rapporto con la Juve, di Campionato e di progetti per il futuro:
"La Serie B è dura e faticosa, più fisica che tecnica. Si corre di più e si gioca meno. Altro calcio, la maggior parte delle squadre di Serie A soffrirebbero più di noi in Serie B...La Serie A è il nostro obiettivo perchè purtroppo non ce ne sono altri. Penso che lo raggiungeremo a patto di non credere di averlo già raggiunto, viceversa andremmo incontro a una grandissima delusione".
Gli viene chiesto se si è mai pentito di restare a Torino dopo la bufera Calciopoli:
"Mai. Anzi, il contrario. Non avrei mai perdonato a me stesso una fuga...Ho capito con amarezza che la giustizia nel calcio non esiste. Tutti sanno e hanno visto cosa è successo, ma hanno presentato il conto solo a noi. Paghiamo e stiamo pagando strane scelte politiche. Ne usciremo fuori a testa alta e con la coscienza pulita. Non tutti potranno dire la stessa cosa. Noi abbiamo fatto il nostro lavoro sul campo. Nessuno può dire che abbiamo vinto con il trucco, anche per un motivo molto semplice: eravamo troppo forti...La nostra squadra è stata smontata dai tribunali, è questo l'aspetto insopportabile...La Juve era di gran lunga la più forte. Nessuno era forte quanto noi, avevamo un grande allenatore e un gruppo fantastico".
Poi riguardo al suo trasferimento alla Juventus nel 2001:
"Cragnotti non poteva più ripensarci. Con dolore seppi che mi aveva venduto e ne presi atto con un certo risentimento. I ripensamenti non fanno parte del mio bagaglio umano. Mi aveva venduto e basta. Cragnotti non ha mai detto tutta la verità e non sta a me tirarla fuori adesso dopo sei anni. Quando torno all'Olimpico mi massacrano di fischi, ma non è questo il punto. Ho trascorso a Roma anni bellissimi, ma sono semplicemente passati".
E la fatidica domanda su quanto ancora pensa di poter giocare:
"Ho ancora un anno di contratto e quello me lo faccio di sicuro. Poi deciderò se andare ancora avanti, ma non posso fare previsioni. Già un paio di volte sono stato vicino al ritiro, meglio vivere alla giornata".
E ancora alla classica domanda sul futuro della Juventus:
"La Juve vincente è finita lo scorso anno, adesso siamo una buona squadra di B, ma restando così sicuramente non potremmo lottare per lo scudetto...Io mi fido, E' impossibile non dare credito a una società del genere che è stata costretta a ripartire con i cocci. Certo, si dicono tante cose in questo periodo, poi bisognerà dimostrarle con i fatti. Ma io sono sicuro che la Juve terrà fede alle intenzioni e alla sua storia". Sulla sua presunta volontà di fermarsi per sempre a Torino: "Per sempre è una parola grossa. Di sicuro quando smetterò di giocare mi fermerò a lungo in questa città che ormai considero mia".
Mentre su quello che pensa dello scudetto sulle maglie dell'Iner:
"Quello non è uno scudetto. E' uno strano fregio che vedo sulle maglie di giocatori ai quali comunque non appartiene".
Al ceko viene poi chiesto se tornasse indietro che cosa non farebbe:
"Non ho rimpianti. Ho raggiunto traguardi e guadagni che potevo soltanto sognare. Ma a volte penso che, se non ci fossero stati problemi con la Lazio, sarei ancora a Roma. Io non avrei mai voluto andare via".
Poi il giorno più brutto e quello più bello della sua carriera:
"Il più brutto nel 2002, quando fui espulso con la Nazionale e persi il Mondiale. Il più bello il Pallone d'Oro del 2003".
Sul suo rifiuto al Chelsea per rimanere in bianconero:
"E' vero, avrei guadagnato un sacco di soldi. Qualcosa mi convinceva poco".
Infine alla domanda se la Juve fallisse la promozione in Serie A, Nedved chiuderebbe la carriera:
"Domanda inammissibile, non esiste il fatto".

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