Intervista scoppiettante di Luciano Moggi a "Le invasioni barbariche" condotto da Daria Bignardi. La conduttrice partendo dalle pagine del libro scritto da Moggi, "Un calcio nel cuore", ha chiesto al suo ospite come si è sentito in quel famoso momento di più di un anno fa.
"Mi sentivo come un treno deragliato, parlavo solo con me stesso. Avevo paura di uscire di casa perchè non sapevo come potevano prenderla i tifosi. Poi ho reagito, anche con cattiveria, in maniera brusca, sebbene avessi pensato anche di farla finita, ma di fronte alla famiglia che dovevo proteggere, ho reagito"
Alla domanda sulla furbizia, Moggi risponde: "Furbizia è qualcosa che nel calcio deve esistere. Gestendo una squadra ad alti livelli bisogna sempre guardarsi alle spalle. Ci sono interessi notevoli. Io ho sempre ho vinto con la squadra più forte. In Italia-Francia a Berlino c`erano nove giocatori comprati dal sottoscritto."
Allora è bravura ? ... "Non so se è bravura, ma non chiedere soldi ad azionista di riferimento e vincere sempre forse lo è".
Daria Bignardi parla di luoghi comuni: cupola del calcio, padrone del calcio: "La cupola è ridotta a due persone: Giraudo e Moggi e che cupola è ? risponde Moggi. Lo sport è un'industria che diventa sempre milgiore quando la squadra vince. Il calcio non e` sporco, è un business e i manager si industriano perche` ci sia attività che sviluppi il prodotto. Bisogna essere abili nel gestire e scappare dalle intercettazioni. L'inter non vinceva, è bastato comprare Ibrahimovic che fa squadra da solo e ora vince. Ibrahimovic ce l'avevo io e se c'ero ancora non l'avrei ceduto all'inter".
La giornalista legge poi una frase attribuita ad Angelo Peruzzi, ex portiere della Lazio e della Juventus: "Moggi era il pastore con il suo gregge che faceva pascolare le sue pecore e brucavano senza chiedersi se era erba buona o cattiva, ma eravamo contenti comunque...". A questa frase Moggi risponde: "Peruzzi tutte 'ste cose insieme non le mette..." e poi prosegue "Bisogna avere il carisma nel calcio, per sapersi far rispettare. Una società forte protegge i suoi giocatori. Io ho sempre protetto i miei giocatori e la mia squadra e forse ho pagato proprio questo" .
Perchè ce l'hanno tutti con lei? "Probabilmente ho fatto bene, probabilmente ho vinto troppo. Non sono un angelo, ma ci sono altri diavoli, più diavoli di me. Ci sono gli spioni illegali, i pedinatori che adesso dicono che gli arbitri arbitri sbagliano in buona fede. Due parole che non c'entrano niente in questo periodo dove gli arbitri hanno sbagliato più di sempre" . A questo punto la Bignardi insiste, chiedendo di dire apertamente i nomi degli "spioni": "Telecom e Moratti per difendere l'inter - risponde secco Moggi - Nelle mie telefonate mi trovi delle telefonate ad arbitri? Parlavo col designatore ma non era vietato e chi ci parlava più di me, era proprio l'inter".
La conduttrice accusa Moggi di usare dei modi "da padrino" e Moggi risponde: "A difendersi si diventa arrogante". A questo punto le domande si fanno più soft e toccano argomenti più tranquilli, come un giudizio su Maradona: "Maradona era bello, simpatico e una grande giocatore. - dice Moggi - A Napoli ho dato ciò che non aveva. Con me sono arrivati giocatori che hanno fatto il ciclo del Napoli. Non sapevo che si drogava, ma vedevo comportamenti sbagliati. In campo cancellava quello che si diceva di lui" .
L'ultima domanda: nella prefazione del suo libro c'è scritto: "sta a voi comprendere se Moggi è diavolo o solo il più furbetto tra i furbetti", le sta bene? "Più furbetto ci sto perchè vuol dire che sono stato bravo, ma non è un reato... In 12 anni di attività la Juve ha vinto ed è stato il difetto maggiore".
Ancora una domanda: Juventus-inter, chi vince? "Spero la Juventus, ma l'inter è obiettivamente più forte".
Da leggere: "me lo regge per favore?" (dal blog "venti9")
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