Stralcio dalla prefazione di GIANCARLO MAZZUCA, Direttore del "Quotidiano Nazionale" ("La Nazione", "Il Resto del Carlino", "Il Giorno"):
"Lo ammetto: anch'io, prima di incontrare Moggi nella sua casa napoletana, appartenevo alla lista di coloro che possono definirsi colpevolisti a priori. Ma poi, sentendolo parlare e leggendo soprattutto la confessione rilasciata ai colleghi (Enzo Bucchioni e Mario D'Ascoli, coautori del libro. Ndr.), ho cominciato a nutrire qualche serio dubbio. Di più non posso aggiungere per non svelarvi il finale: sta a voi comprendere, leggendo il libro tutto d'un fiato, se Moggi sia davvero il diavolo da spedire subito all'inferno o sia soltanto uno dei tanti furbetti - fosse anche il più furbetto di tutti - che gravitano oggi attorno al calcio italiano." ...
"Lo ammetto: anch'io, prima di incontrare Moggi nella sua casa napoletana, appartenevo alla lista di coloro che possono definirsi colpevolisti a priori. Ma poi, sentendolo parlare e leggendo soprattutto la confessione rilasciata ai colleghi (Enzo Bucchioni e Mario D'Ascoli, coautori del libro. Ndr.), ho cominciato a nutrire qualche serio dubbio. Di più non posso aggiungere per non svelarvi il finale: sta a voi comprendere, leggendo il libro tutto d'un fiato, se Moggi sia davvero il diavolo da spedire subito all'inferno o sia soltanto uno dei tanti furbetti - fosse anche il più furbetto di tutti - che gravitano oggi attorno al calcio italiano." ...
2 commenti:
Sì, il moralismo senza morale di questi anni gronda ancora di sangue e la speranza è che - come ogni rivoluzione - anche questa fagociti se stessa. Ciò detto, con la Juve in corsa, credo che l'unico possibile rimpianto oggi (tenendo conto delle schede date agli arbitri, più che ai soli dirigenti aribitrali) sia l'indiscutibile fiuto calcistico di Moggi, la sua infallibile capacità di scegliere i giocatori. Non a caso è proprio ciò che la pravda ha cercato e cerca più di tutto di oscurare...
Noi amiamo tutto di Luciano Moggi, anche la sua proverbiale antipatia. Ciò detto, non occorreva certo il suo indiscutibile fiuto calcistico per capire che Ibra e Vieira non si dovevano dare all'inter.
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